Sunrise mission
Dalla sola foto si potrebbe dire che la missione per fotografare l'alba non abbia avuto particolare successo. Composizione pressoché standard, nessuna esplosione di colori nel cielo e la pioggia che di lì a poco ha iniziato a cadere insistente. Ma qui sta il punto: la fotografia di paesaggio non è la sola foto. Fosse così, ben pochi si cimenterebbero in questo campo, visto il prevalere degli insuccessi sulle uscite favorevoli. La fotografia di paesaggio è un esperienza. Salire fin qui immersi nel buio della notte, attraversando un bosco di larici e pini cembri, con il solo aiuto della luce frontale. Passo dopo passo, sentire il cuore che pompa più forte e il respiro che intensifica il suo ritmo. L'esperienza dei rumori improvvisi, che ti fanno scrutare nell'oscurità del bosco o i crepitii dei ramoscelli sotto gli scarponi mentre si procede verso la meta. L'aria fredda (3 gradi quella mattina) che ti infiamma i polmoni mentre respiri a bocca aperta. E poi, delicatamente, il cielo che prima verso est e poi più diffusamente comincia ad illuminarsi prima dell'alba. Alla fine scorgi il laghetto e un sorriso si stampa sul tuo viso. Percorri il perimetro in cerca della migliore composizione, tenendo conto di dove sorgerà il sole e di dove finiranno i suoi primi raggi (è sempre una scommessa se visiti il luogo per la prima volta). La trovi, monti treppiedi e obiettivo sulla macchina, fai qualche scatto di prova e poi aspetti. Ti siedi e per dieci, venti minuti contempli la bellezza del luogo. Da solo nel silenzio, con il vento che si alza e le nuvole che comincino ad accumularsi all'orizzonte. Non ci saranno esplosioni di colori questa volta. Riesci a catturare solo qualche timido raggio che accarezza le imponenti pareti riflesse nel lago. La pioggia comincia a scendere prima delicata e poi insistente. In pochi minuti sei sulla via di ritorno. Ma che dire: no, la foto non è tutto.