One


One
La Finlanda è una tappa obbligata per gli inguaribili malati della febbre del nord. La facilità con cui si passa dalla civiltà alla natura più selvaggia lascia disorientati. I suoi numerosissimi laghi offrono infiniti scorci, punti di vista e di interpretazione nella stagione estiva, quando le temperature possono salire in maniera sensibile. Ma è l'inverno la condizione naturale pensando al Nord e in particolare alla regione della Lapponia. La coltre bianca che ricopre tutto, paradossalmente, svela il vero animo di questa terra. La natura si presenta a proprio agio durante le gelide giornate e il sole timidamente regala solo i suoi raggi più tenui, quasi a non voler scalfire l'intimità di un'apparente quiete. I colori predominanti sono le tonalità pastello, declinate senza soluzione di continuità in una moltitudine di sfumature che spesso fondono cielo e terra, lasciando che l'occhio scivoli lentamente in cerca di un appiglio visivo, un riferimento o una discontinuità che diventa per questo accecante nella sua presenza. Il gelo, il bianco e la luce tenue ricca di sfumature delicate si accompagnano ad un rallentamento delle azioni e dei movimenti sia dell'uomo che della natura. Per una sorta di legge dell'equilibrio, questa moderazione dell'esterno coincide però con un aumento del ritmo interiore. L'ambiente freddo, reale e diretto funge da cassa di risonanza per pensieri e riflessioni. Ad ogni passo il corpo acquista consapevolezza, in questo aiutato dal ritmo quanto mai distinto del respiro. Lo scricchiolio e le leggere vibrazioni del piede che pressa la neve ad ogni avanzamento fanno il resto: si crea così un mantra sonoro che scandisce il passare del tempo ed orchestra il collegamento tra corpo e mente, tra pensiero e azione. L'inspirare e l'espirare con un ritmo cadenzato, come un metronomo, danno la voce all'una o all'altra parte e in questo altalenare si resta in equilibrio per ore, stregati da un incantesimo bellissimo. Finlandia, mi hai rapito e ci rivedremo.