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Più di ogni altra tecnica fotografica, la lunga esposizione offre un perfetto parallelo con l'accumularsi delle esperienze nelle nostre vite. Così come nel corso dei giorni e degli anni l'interazione con le persone, i successi, i fallimenti e i cambiamenti della nostra quotidianità scolpiscono e definiscono il nostro carattere, così accade per questo tipo di scatti. Per secondi o minuti e a volte addirittura per ore, tutto ciò che accade si accumula e si combina, nelle sfumature delle parti in movimento o nella definizione netta delle parti stabili e immobili. Zone chiare e luminose si spartiscono la scena con ombre impenetrabili, foschie soffuse si oppongono a contrasti robusti. L'unicità di ogni istante si riversa e partecipa alla totalità dei cambiamenti. Ogni scena è ovviamente diversa ma la stessa scena è diversa essa stessa, se colta in due successive sequenze temporali, anche ravvicinate. Così noi mutiamo e ci trasformiamo, ogni giorno nuovi e diversi, plasmati da un vento più o meno insistente, illuminati da un raggio di sole luminoso, oppure oscurati dalla mancanza improvvisa di luce. Siamo quello che ci ha preceduto, tutto in 601 secondi.